cooperazione emilia romagna

Siamo di ritorno dall’incontro “I Numeri della Cooperazione Sociale in Emilia – Romagna, Come cambia l’ecologia delle relazioni”, svoltosi a Bologna nell’Aula Magna della Regione. L’appuntamento è stato occasione per fare il punto sui risultati e le prospettive del mondo delle cooperative sociali, a partire dai dati presentati da Guido Caselli, Direttore del Centro Studi Unioncamere Emilia – Romagna, nel suo Rapporto 2018 sulla Cooperazione Sociale.

I numeri della cooperazione sociale

Un rapporto dettagliato che evidenzia la capacità delle cooperative sociali non solo di sopravvivere, ma di evolversi e prosperare in un contesto sfavorevole come quello dell’Italia ai tempi della crisi.
Alle sfide di questi ultimi dieci anni le cooperative hanno saputo rispondere aumentando il numero e la qualità dei posti di lavoro (che contano 43mila addetti), potenziando la propria offerta di servizi e sviluppandone di nuovi (al servizio di 930mila utenti). Anche se il futuro dell’economia nazionale rimane incerto e ancora non si vede l’uscita dal tunnel della crisi economica, il contesto cooperativo si è adattato “arredando il tunnel”.

Allo stesso tempo, nel corso dell’incontro si è sottolineata con forza l’importanza di coltivare una progettualità e una visione di ampio respiro che mettano in grado le cooperative di prepararsi al futuro. Un futuro che serba certamente delle incognite, ma anche sfide già ampiamente prevedibili (come l’inesorabile invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’immigrazione).

Esperienze di innovazione

Proprio come esempio di iniziativa rivolta al futuro siamo stati invitati a presentare il nostro progetto pilota sul Coach Familiare, insieme ad altre realtà che hanno portato avanti analoghe esperienze innovative.
Il metodo di lavoro del Coach Familiare opera sull’empowerment delle persone con disabilità attraverso percorsi di autonomia che coinvolgono l’intero nucleo familiare. Un approccio sistemico condiviso anche dagli altri progetti presentati.

Ad esempio ComeTe, che mette a rete diverse cooperative creando una piattaforma di ricerca per i servizi alla persona, dalla babysitter al supporto per disabili e anziani. Oppure Ali per il futuro, presentato dalla Società Dolce, che con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa riette il taglio “su misura” e il coinvolgimento di tutta la famiglia che caratterizzano anche il metodo del Coach Familiare.

Coraggio

Si dice che le idee sono nell’aria, ma forse questa convergenza è il segnale di un’esigenza condivisa: quella di fornire risposte articolate a domande complesse, multisfaccettate come i bisogni dai quali nascono. Una complessità che si traduce spesso nel superamento di una dimensione individuale per assumere una prospettiva di famiglia e di comunità.
“Quello che accade domani è frutto di quello che facciamo oggi,” ha sottolineato la Presidente del Mandorlo, Luana Grilli, durante il suo intervento. “Il futuro richiede coraggio e voglia di mettersi in gioco; e noi siamo pronti a mettercela tutta.”